L'amica geniale - Elena Ferrante, Recensione ★★★★☆

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Ormai famosissimo per la recente messa in onda della serie tv di Rai 1, L'amica geniale è il primo di una lunga saga, che incornicia realtà tanto ristrette al rione protagonista quanto diffuse su tutto lo stivale nel secondo dopoguerra. I motivi principali del romanzo sono la povertà, l'inaccessibilità all'istruzione, il sistema familiare patriarcale, la violenza, il dominio locale delle associazioni mafiose, il divario tra le classi sociali e il valore dell'amicizia. Si tratta dunque di un romanzo che racchiude tutta la vita dei protagonisti, dall'infanzia all'età più matura, con le tipiche gioie e i tipici dolori dell'esistenza umana.
Se vi è piaciuto il film o se non avete avuto modo di vederlo, continuate a leggere la recensione...


Titolo: L'amica geniale
Autore: Elena Ferrante
Editore: Edizioni e/o


RECENSIONE
Lila e Lenù sono due bambine molto diverse, compagne di classe di una quinta elementare in un rione napoletano non meglio precisato, in cui la povertà e l'ignoranza vigono padrone. Lila è cattiva, spregiudicata, sfrontata, coraggiosa a tal punto da sembrare a tratti incosciente, sicura di sé e brillante in qualunque situazione; Lenù invece è timida, silenziosa, giudiziosa a tal punto da sembrare spesso priva di personalità, affabile e sempre pronta a piegarsi al volere altrui. Nonostante la loro diversità, le due amiche sono accomunate dalla bravura scolastica e dal sogno di riuscire in futuro a diventare ricche, colte e ad uscire dal rione, ma per cause di forza maggiore soltanto una di loro riuscirà a proseguire gli studi: Lenù, paradossalmente quella meno sveglia e intraprendente. A nulla servono infatti i pianti di Lila e le grida del fratello Rino: i suoi genitori non hanno abbastanza denaro per farla studiare e il suo futuro è scritto nel calzaturificio di famiglia.
"«Se tu mi paghi ci penso io a farla studiare» diceva Rino.«Studiare? Perché, io ho studiato?».«No».«E tu hai studiato?».«No».«Allora perché deve studiare tua sorella che è femmina?»."
Nonostante le strade delle due bambine si dividano, Lila e Lenù continuano a rimanere amiche e a manifestare di continuo sentimenti cangianti, mutevoli, allo stesso tempo ricchi di ammirazione e di invidia: la prima invidia la possibilità di studiare dell'altra, la sua cultura e il suo futuro roseo, quello che un tempo lei aveva sognato e che ora non potrà più avere; la seconda invidia la bellezza dell'altra, il suo carattere forte, il suo corpo sinuoso e la sua capacità di calamitare lo sguardo di ogni uomo.
"Lila era diventata sinuosa. La fronte alta, gli occhi grandi che si stringevano all'improvviso, il naso piccolo, gli zigomi, le labbra, le orecchie stavano cercando una nuova orchestrazione e parevano vicini a trovarla. Il petto aveva piccoli aggraziati pomi sempre più visibili. La sua schiena faceva una curva profonda, prima di approdare all'arco sempre più teso del sedere. Mi accorsi che i maschi, nel contemplarla mentre danzava con Rino, stavano vedendo ancora più cose di me. Pasquale innanzitutto, ma anche Antonio, anche Enzo. Le tenevano gli occhi addosso come se noi altre fossimo sparite."
Le storie delle due protagoniste si intrecciano poi con le vicende del rione, con i problemi delle altre famiglie e soprattutto con la rivalità tra i due cognomi più ricchi e rinomati del quartiere: i Carracci, proprietari della salumeria, e i Solara, proprietari del bar-pasticceria. Ben presto Lila, grazie all'aiuto degli altri ragazzi del rione, capisce che la ricchezza di queste famiglie non proviene dal loro onesto lavoro, bensì da affari loschi e ruberie passate, avvenute durante il periodo della guerra. Lila dunque, non potendo studiare e scappare dalla quotidianità rifugiandosi nei libri come fa Lenù, sogna di diventare ricca producendo scarpe costose e di annientare quelle famiglie benestanti che hanno solo contribuito all'impoverimento dell'intero rione. Ben presto però, costretta a fare i conti con la realtà, scopre che l'impresa non è affatto semplice come sembra.
Parallelamente alle difficoltà lavorative di Lila, vengono messe in luce quelle personali di Lenù: i problemi dell'adolescenza, gli amori non corrisposti, la pressione dei genitori e le aspettative di risultati scolastici sempre eccellenti, i giudizi spietati dei professori e la consapevolezza di stare diventando qualcosa di diverso rispetto agli abitanti del rione, qualcosa di leggermente superiore.
"Cos'era la plebe lo seppi in quel momento, e molto più chiaramente di quando anni prima la maestra me lo aveva chiesto. La plebe eravamo noi. La plebe era quel contendersi il cibo insieme al vino, quel litigare per chi veniva servito per primo e meglio, quel pavimento lurido su cui passavano e ripassavano i camerieri, quei brindisi sempre più volgari. La plebe era mia madre, che aveva bevuto e ora si lasciava andare con la schiena contro la spalla di mio padre, serio, e rideva a bocca spalancata per le allusioni sessuali del commerciante di metalli."
Grazie a una narrazione omodiegetica, il romanzo travolge completamente il lettore e lo spinge a divorare le pagine in un sol boccone. L'unica nota negativa è una leggera confusione iniziale, causata da una presenza esagerata di personaggi e da un inizio che si potrebbe definire in medias res, ma per i lettori più temerari non è affatto un ostacolo insormontabile.
Per i più pigri o i non abituati alla lettura, consiglio la serie tv di Rai 1 che, pur non spiegando alla perfezione alcuni passaggi e pur mancando di caratterizzazione precisa dei personaggi, risulta comunque ben fatta, appassionante e fedele al romanzo (soprattutto per quanto riguarda i dialoghi e la successione degli eventi).
Buona lettura/visione!


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