Storia del nuovo cognome - Elena Ferrante, Recensione ★★★★★

In un panorama di personaggi e luoghi che sembrano immutabili, nel secondo romanzo della saga L'amica geniale le vicende di Lila e Lenù continuano a stupirci. Le strade delle due amiche divergono sempre di più, disegnando due destini che si riveleranno opposti: Lila, ora una donna sposata, ha i doveri di moglie e madre ed è legata per sempre alla figura di Stefano Carracci, colui che dà da mangiare a lei e alla sua famiglia; Lenù, studentessa brillante, ha una lunga carriera davanti a sé, è una donna libera e può ancora costruirsi un futuro che valga la pena di esser vissuto. Nonostante queste divergenze però, le strade delle due amiche sembrano intersecarsi e scontrarsi in un punto ben definito, un punto che ha un nome inequivocabile: Nino Sarratore. Il resto del libro lo trovate in questa recensione...


Titolo: Storia del nuovo cognome
Autore: Elena Ferrante
Editore: Edizioni e/o


RECENSIONE
In un rione che pare immutabile, tra una galleria di personaggi ricca di vicende, amori e litigi, Lila è finalmente diventata la signora Carracci: ora è una donna benestante, può permettersi di non lavorare e di fare la bella vita, possiede due salumerie e un negozio di scarpe senza aver fatto alcuno sforzo, vive di rendita e si permette anche di prestare soldi a tutti i suoi amici.
L'altra faccia della medaglia però, è un matrimonio infelice, privo di amore e di sentimenti, ricco di percosse e violenza: una relazione in cui l'unico ruolo di Lila è quello di moglie addomesticata e madre premurosa, due ruoli di cui la ragazza non aveva mai voluto farsi carico. 
Il sogno delle scarpe Cerullo si rivela ben presto fallimentare, ostacolato dalla figura onnipresente di Michele Solara, e anche il desiderio di fuggire dalla realtà del rione, di diventare indipendente, di realizzare qualcosa di davvero speciale, viene disintegrato dalle dinamiche familiari e di potere che vigono padrone nel rione.
"La maestra la rimproverò come a scuola e Lila si atteggiò a sfrontata, rise, sicché la vecchia diventò ancora più arcigna, le chiese com'era il libro. Lei rispose che era difficile e non capiva tutto.
«Eri destinata a cose grandi».
«Le ho fatte: mi sono sposata e ho avuto un figlio».
«Di questo sono capaci tutti».
«Io sono come tutti».
«Ti sbagli».
«No, vi sbagliate voi, e vi siete sempre sbagliata».
«Eri maleducata da bambina e sei maleducata adesso».
«Si vede che con me non siete stata brava»."
Contemporaneamente, a Pisa, lontana dall'ignoranza e dal provincialismo del rione, Elena comincia gli studi universitari e li prosegue in modo brillante, rendendo orgogliosi amici e familiari: incontra compagni universitari di un certo calibro, si accompagna a uomini colti, frequenta ambienti all'altezza della sua intelligenza e, attraverso alcune conoscenze degne di nota, riesce a pubblicare il suo primo libro.
La vita da studentessa fuori sede però non è affatto semplice, soprattutto considerata la provenienza umile di Lenù e la sua difficoltà ad ambientarsi in un contesto dove sembrano tutti nati con la camicia:
"Gli studenti di buona famiglia avevano smesso di invitarmi a gite e feste domenicali. Qualcuno era tornato a prendermi in giro per il mio accento napoletano. Stavo tra quelli che si affaticavano giorno e notte, che ottenevano ottimi risultati, che erano persino trattati con simpatia e stima, ma che non avrebbero portato mai con piglio adeguato la qualità alta di quegli studi. Avrei avuto sempre paura: paura di dire la frase sbagliata, di usare un tono eccessivo, di essere vestita in modo inadeguato, di rivelare sentimenti meschini, di non avere pensieri interessanti."
 Nonostante le loro vite opposte però, ciò che accomuna le due ragazze è l'amore per la stessa persona: Nino Sarratore, un giovane non solo bello e affascinante, ma anche intelligente, brillante, impegnato politicamente e soprattutto diverso da qualunque altro ragazzo del rione. Sarà proprio il personaggio di Nino a scandire il tempo del romanzo, a influenzare il rapporto tra Lila e Lenù, a trasformarle all'occorrenza in amiche, conoscenti, nemiche, sorelle.
A mio avviso ancora più travolgente del precedente, Storia del nuovo cognome è pungente come non mai, cattivo, spietato, violento e drammatico fino alle lacrime, ma soprattutto è la prova di una disuguaglianza di genere che rende tutte (e sottolineo tutte) le donne del romanzo miserabili, vittime di una società che le valuta meno di zero.


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