"Futti futti che Dio perdona a tutti". È questo il mantra dell'ultimo libro di Pif, un romanzo breve e leggero che mette in dubbio la fede cristiana della "maggior parte degli italiani" con sarcasmo e ironia.
Tutti sembrano pronti a scagliare la prima pietra verso i fedeli che non frequentano la messa, non conoscono le preghiere a memoria e non rispettano i sacramenti della tradizione. Ma cosa succede se qualcuno un giorno decide di interpretare alla lettera le sacre scritture e i precetti professati dai santi e dal Signore?
Tutti sembrano pronti a scagliare la prima pietra verso i fedeli che non frequentano la messa, non conoscono le preghiere a memoria e non rispettano i sacramenti della tradizione. Ma cosa succede se qualcuno un giorno decide di interpretare alla lettera le sacre scritture e i precetti professati dai santi e dal Signore?
Continuate a leggere questa recensione e lo scoprirete presto...
Titolo: ...che Dio perdona tutti
Autore: Pif
Editore: Feltrinelli
RECENSIONE
Questa è la storia di Arturo, un agente immobiliare trentacinquenne che adora la pasticceria e che fatica a trovare una donzella. Un giorno però accade il miracolo: Arturo incontra Lei, la donna della sua vita, proprietaria per di più di una pasticceria, con la quale è subito amore a prima vista. Tutto sembra andare per il meglio, quando un giorno malauguratamente durante la messa, Arturo manifesta una grossa lacuna non ricordando il Credo.Tutti sono pronti ad attaccarlo: un dichiarato cattolico che frequenta regolarmente la messa, ma che non ricorda le preghiere canoniche della funzione... Che vergogna! Un sedicente fedele che non conosce il Credo o l'Atto di dolore! Il tutto è inaccettabile, soprattutto per la sua fidanzata, cattolica praticante che cerca subito di rieducarlo e di condurlo sulla retta via.
Ma cosa succede quando Arturo comincia ad interpretare alla lettera le sacre scritture e i precetti professati dai santi e dal Signore? Ovviamente tutti si tirano indietro.
Dire la verità e nient'altro che la verità? Per carità! Se la nipote del parroco ha bisogno di un favore, tu devi farlo a costo di essere disonesto.
Aiutare il prossimo, il pover'uomo, il terremotato? Beh, non c'è bisogno di aiutare tutti! La tua famiglia viene sempre prima di tutto.
Offrire la propria casa per ospitare i rifugiati senzatetto? Per carità! "Aiutiamoli a casa loro, questo non è affar nostro".
È così che Pif smaschera l'ipocrisia della "maggior parte degli italiani", che predicano tanto bene ma in fondo pensano solo ai loro affari, sempre pronti a giudicare l'operato altrui senza mai esporsi in prima persona.
"Ecco, quando usciamo dalla chiesa cosa ci aspettiamo di essere? Dei farmacisti o dei cristiani? Il problema è che a noi ci va bene così, è più facile, ci conforta ma non ci impegna. Perché alla fine al massimo ci confessiamo e ci pentiamo. Perché futti futti che Dio perdona a tutti!"
Che dire: a me è piaciuto tanto e lo consiglio vivamente!
Certamente non ci si può aspettare il romanzo del secolo intriso di realismo e pieno di termini ricercati. La storia è a dir poco surreale e a tratti banale, ma il libro va letto e apprezzato per altri aspetti, tra cui spiccano una forte critica alla massa di convinti ma poco praticanti cattolici italiani (o sedicenti tali) e l'ironia tipica dell'adoratissimo Pif.
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