Blackout - Gianluca Morozzi, Recensione ★★★☆☆

Come vi sentireste ad essere rinchiusi in un ascensore insieme ad altre due persone, con il caldo infernale di agosto e con nessuno che possa sentirvi o aiutarvi dall'esterno? E come vi sentireste se uno dei vostri compagni di viaggio fosse un pazzo assassino armato di coltello, pronto ad uccidere senza alcuna pietà? Ve lo dico io: vi sentireste murati vivi, in trappola, senza alcuna via d'uscita. Perché è questa la magia che riesce a creare Gianluca Morozzi: emozioni e sensazioni rese vivide come se fossero reali. Soffocamento, claustrofobia, inquietudine, angoscia... Se vi piacciono i brividi e la suspense, questo è il libro che fa per voi.

Titolo: Blackout
Autore: Gianluca Morozzi
Editore: TEA

RECENSIONE
 I protagonisti di questa storia sono Aldo, Tomas e Claudia, tre persone che non hanno nulla a che vedere tra loro, che si ritrovano casualmente (e sfortunatamente) insieme in un ascensore grande quanto una cabina telefonica. Come si evince dal titolo, le vite tranquille dei tre personaggi vengono interrotte da un improvviso blackout che li blocca in quello spazio angusto per diverse ore. L'atmosfera è giù piuttosto calda a causa dell'afa soffocante di agosto, ma nell'ascensore c'è qualcuno che non smette di peggiorare la situazione, a colpi di sigarette e battutine imbarazzanti. Questo qualcuno è Aldo, un uomo sulla quarantina con una doppia identità: di giorno proprietario di un famoso club di Bologna, di notte serial killer, amante delle torture più macabre e regista di snuff movies.
Va da sé che ben presto l'ascensore comincia a non essere più abbastanza per tre persone, sia in termini di spazio che in termini di ossigeno, e qualcuno dovrà necessariamente abbandonarlo, in un modo o nell'altro. Ed è qui che si entra nel vivo della storia e si diventa testimoni di una vera e propria lotta alla sopravvivenza, in cui chi l'ha dura la vince.

Senza spoilerare troppo, veniamo subito al mio giudizio sul libro... Beh, che dire, sicuramente per gli amanti del genere noir Morozzi rimane uno dei più bravi scrittori italiani in circolazione. Il modo in cui trasmette ansia, agitazione e ribrezzo è magistrale e non delude mai, ma questa volta devo dire che Blackout è stato leggermente al di sotto delle mie aspettative. Rispetto a Radiomorte infatti, il finale non è realistico e neppure tanto sorprendente. Per i primi 3/4 del libro nulla da dire, una strategia cinematografica davvero fantastica e punti di vista differenti che si intersecano alla perfezione, ma il tutto, ahimé, viene distrutto nelle ultime pagine, con una conclusione che mi è sembrata un po' raffazzonata alla bell'e meglio, non ragionata per bene e con molte falle.

Per tutte queste ragioni il mio giudizio finale è di sole tre stelle, ma agli amanti dei thriller/noir consiglio comunque spassionatamente di leggere Morozzi almeno una volta nella vita :)


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